ENEA e DIDONE
Questo bel tomo, inventato da Virgilio per dare nobili
natali alle itale genti, era figlio di Venere, e dunque in qualche modo
fratellastro di Eros. Buon sangue non mente.
Fuggito da Troia in fiamme grazie all’aiuto di mammina,
con il padre Anchise sulle spalle e il figlioletto Ascanio per mano, resta
vedovo nelle prime pagine del libro ma gli passa subito il dolore. Virtuoso a
modo suo per quasi tutto il racconto, un bel giorno gli viene in mente di fare
un giro a Cartagine in costruzione, dove l’attende ignara Didone, regina di
quella città. Oltre a essere una gran bella donna, Didone era una saggia
amministratrice, che adoperava il proprio potere per il bene della sua gente.
Quando giunge quel figliol di Venere, ella è intenta a seguire i lavori di costruzione
della propria città, con l’aiuto e il sostegno morale della sorella Anna.
Didone aveva avuto fino a quel momento (!) una vita oltremodo sfigata: era
restata vedova dell’adorato marito Sicheo, aveva dovuto combattere con un
fratello testa di rapa ed emigrare con alcuni fedelissimi, ma se n’era fatta
una ragione (in tempi decisamente più lunghi di Enea), dedicandosi anima e
corpo solo alla politica. Di uomini non voleva più sentire neanche la puzza.
Donna di successo, fermissima e mesta a un tempo, non chiedeva di meglio che
essere lasciata in pace, a continuare il proprio disegno. Quale miglior
bocconcino per il signor Enea, forse pietoso per Virgilio, ma secondo molte
lettrici con lo stomaco pieno di peli lunghi come quelli di un levriero afgano?
Non ci sarebbe stato gusto, no davvero, a mettere nei guai una ragazzetta del
posto, un’ancellina da poco seppur giovane e bella. Perché non puntare
direttamente al capo dell’azienda? Così Enea arriva, la mamma lo mette tutto
lustro e bello, si presenta mesto e mostra le ferite di guerra. Se ciò non
fosse bastato, pensò anche di mandare a giocare sulle ginocchia di Didone il
piccolo Ascanio.
Alla gran palla della politica ci avrebbe pensato lui (il
“suo” lui!), che la sera sarebbe tornato a casa stanco ma benevolo verso la
consorte, l’avrebbe colmata di attenzioni e regali, mentre lei si sarebbe
progressivamente ritirata a fare calzette e scarpine di lana per i figli prima,
e per i figli dei figli poi.
Per imbastire questa rovina sotto l’influsso del colpo di
fulmine, la saggia Didone impiegò un nanosecondo, mettendo le basi per la
distruzione certa della propria vita e l’azzeramento di tutta la forza d’animo
che era riuscita a tirare fuori negli anni.
Seguirono (pochi) giorni di felicità e passione, al
termine dei quali Mercurio, inviato da Giove,
andò a dire al figlio di Venere “Ok tesoro, ora ti sei divertito e
riposato abbastanza” poi lo prese per un orecchio e lo rimise in mare, alla
faccia di Didone innamorata. Lui alzò le spalle e disse solo “Obbedisco”.
Neanche il tempo di un saluto alla sua amata: perché perdere tempo con inezie
così imbarazzanti e difficili da gestire? L’eroe prese il largo, nel senso più
ampio del termine.
Nel frattempo la regina, poveretta, era certissima che di
lì a poche ore Enea l’avrebbe chiesta in sposa, e anzi aveva già fatto un salto
in centro con la sorella per scegliere il vestito. Quando vide le navi del
fetentone allontanarsi, capì che il film era finito da un pezzo, e soprattutto
che il prezzo del biglietto era stato davvero esagerato. Forse a corto di idee,
non gliene venne in testa una migliore, per sfogare la rabbia e il dispiacere, del suicidio.
Se avesse fatto inseguire Enea dalla sua flotta e lo
avesse dato in pasto ai pesci, avrebbe tolto a Cartagine e a milioni di
studenti un sacco di problemi.
R.L.
suicidio?! tze..tze..ma lo strozzo i con le mie mani, mica gli mando Ercole!!!
RispondiEliminal.l.g.
Leprotta, se tu fossi stata DIDONE col c..zz che quell'asino sarebbe scappato impunito e la storia ne porterebbe ancora le conseguenze oggi..
RispondiEliminaahahah mi hai fatto ridere, ora posso andare a mangiare la pizza felice!
Se sono riuscita a farti sorridere anche a stomaco VUOTO, allora comincio ad avere un umorismo che FUNZIONA!!
RispondiEliminaR.L.
Bhe' proprio vuoto vuoto no. . . Diciamo che prima ci siamo fatti un bel pacchetto di patatine all' aceto (le trovi da eataly,pacchetto blu) e una mezza bottiglia di di Syrah. Io direi che questo filone cinico noir ti si addice molto!
RispondiEliminatra due mila e ottocento anni gli studenti studieranno la Lepri?
RispondiEliminaGD
Enea è uguale uguale a tutti gli altri supereroi: egocentrici, vigliacchi, permalosi e sbruffoni!
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