giovedì 19 gennaio 2012

Tema: Ma come cavolo facevamo quando non c'erano i cellulari?

Ebbene sì, sono una retrogada (ho comprato un Iphone e mi sono arrabbiata perchè non mi asciugava i capelli...) e se pensate che voglia far passare il messaggio “Stavamo meglio quando stavamo peggio” avete pienamente ragione.  Solo dopo il settimo sms ricevuto prima delle otto del mattino, mentre mi godevo gli ultimi dieci minuti di tepore sotto le coperte, ho riflettuto un po’ alla ricerca della risposta  ad una delle tante domande retoriche del XXI secolo.
 “Ma come cavolo facevamo quando non c'erano i cellulari?”


La risposta non l'ho trovata, ma mi sono venute in mente un po’ di cose.

1) il telefono fisso era un ottimo strumento per tenere allenata la memoria. Io ancora ricordo i numeri di  Primetta, Licia e Sandra (le chiamavo al telefono di casa più di vent'anni fa e Prime la chiamo ancora adesso al fisso, tanto il cellulare ce l'ha sempre spento!), e non ricordo un numero di cellulare neanche pagata!
2) ma quanto era bello, allo squillo del telefono, effettuare una delle due seguenti azioni?
- precipitarsi frettolosamente al telefono per poter rispondere per prima, urlando “è per meeeeeeeeee!!!” e facendo cadere nel seguente ordine, un vaso, tua sorella (o fratello), la sedia in cucina e il portamatite (o il portafoto) accanto al telefono.
- precipitarsi all’apparecchio, aspettare che qualcun'altro arrivasse a rispondere, e poi (e qui abbiamo fatto tutti esibizioni da premio Oscar) iniziare a mimare cose imprecisate che però volevano chiaramente significare: “Se e’ per me non ci sono!”. E se rispondeva tua sorella, per farti un dispetto e guardare la tua faccia sbiancare, provava la sensazione orgasmica di rispondere: “Si, certo. Te la passo SUBITO!” e ti fissava sorridendo malefica.
3) si poteva giocare con il filo del telefono! Ricordo che avevo un telefono a forma di scarpa con un filo lungooooo stupendo! Ho in mente un’interminabile telefonata fatta con qualche vecchio amore. Chi era l’amore proprio non mi sovviene, ma la goduria di giocare con il filo  la ricordo! Alla fine della telefonata mi ero ingarbugliata tutta!
4) alla tv girava la pubblicità: “Ma mi pensi? Ma quanto mi pensi? E mi ami? E quanto mi ami?”, “Ma mi costi? Ma quanto mi costi?”
5) gli appuntamenti erano rispettati! Quando finalmente ci si riusciva a parlare (“Ehi ti ho chiamato mille volte!” – “Scusa, prima ero fuori, poi mia madre ha chiacchierato due ore con mia zia, poi quando hai richiamato stavo facendo la doccia… Poi ho riprovato a richiamarti io ma non mi ha risposto nessuno…” –  e bla bla bla) si stabilivano un’ora e un luogo per vedersi. E quelli erano.
6) si usavano altri strumenti ormai dimenticati, ad esempio il citofono! Ormai lo usano solo il postino e i testimoni di Geova!
SMS: “qnd sn sotto casa tua, ti squillo e scendi”
Ti si rompono le unghie se citofoni?


Un tempo si suonava e qualcuno apriva (difficilmente tu che dovevi uscire… dovevamo far aspettare). E mentre finivi le ultime pratiche per essere presentabile, i genitori facevano salire il fortunato per le raccomandazioni serali: “Mi raccomando a mezzanotte a casa”. Chissà poi perché quando eravamo piccole noi c’era sta fissa della mezzanotte?
E se uno arrivava a mezzanotte e venti erano cazzi.
7) E poi diciamolo, era una prova di coraggio! Chiamare al telefono, sapendo che poteva risponderti il padre, la madre, il nonno, la nonna, di un futuro fidanzato o fidanzata era peggio che sostenere un esame! Facevi subito bella figura con i futuri suoceri se la conversazione andava bene!
Il mio babbo diceva sempre che, dal modo in cui uno si presentava al telefono, già capivi tutto. Quante volte, arrivata con il fiatone alla cornetta, ma non abbastanza in fretta per precederlo, lo guardavo supplichevole, con la mano tesa, come a dire, “Ti prego passamelo, è per me”, ma invano…
E lui: “Pronto buonasera”
“….” (dalla faccia che faceva capivo che probabilmente dall’altra parte la risposta era stata: “C’è Anna?”, o cazz)
“Chi parla scusi?” (oddio, sguardo più supplichevole, mano più tesa)
“…” (“sono Pincopallino”, già tanto che ha detto il nome e non solo “sono un amico”)
“Bene Pincopallino, non gliel’ha mai detto nessuno che quando si chiama a casa della gente bisognerebbe dire: “Pronto, buonasera, sono Pincopallino. Vorrei parlare con Anna. E’ in casa, per favore?” (“O noooooo… L’ha detto…” E sprofondavo in un baratro immaginario).
8) Scegliere poi l’orario in cui telefonare era sempre un dramma. Prima delle 18.00 non trovavi nessuno. Dalle 19.30 fino alle 20.30 era meglio evitare perché la gente cenava. Telefonare poi dopo le 21.00 a casa di qualcuno NON SI FA!
Così in quell’ora e mezza disponibile tutti si avventavano sul telefono e il telefono stesso cominciava a suonare.
9) E poi eravamo più ricchi! Le bollette la pagavano mamma e papà e noi utilizzavamo le 10.000 lire per il cinema, le merende, la miscela del motorino e poche altre cazzate.

AG

13 commenti:

  1. :) E' tutto verooo!! Secondo me, viste le tue valutazioni, meglio adesso. Per chi ha 16 anni, ovvio.
    R.L.

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  2. l'argomento spese telefoniche (essendo io un padre pagante fatture vodafone) mi imbestialisce.
    e però i segnali di fumo oggi costerebbero parecchio: con 50 euri quest'anno l'omu di campagna mi ha portato quattro ciocchetti umidi.... meglio bruciare i telefonini, fanno una fiammata poco duratura ma vuoi vedere la soddisfazione?
    GD

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  3. mancano 8 visite per fare 20.000...
    GD

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  4. Occhio al conta persone...bimbi siamo quasi a 20.000!!
    <3

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  5. Anna, uhhh e ti ricordi quando si aveva il fidanzato lontano e si andava alla stazione a comprare 50 gettoni ? E quando appunto alle otto di sera la vicina con la quale avevi il duplex veniva a suonarti incavolata chiedendo di lasciare libero il telefono che tutte le sere la stessa storia??... Bei tempi indubbiamente... adesso quando mi suona il cellulare e sto guidando e devo tirarlo fuori da sotto il cappotto pinzato dalla cintura di sicurezza nella tasca dei jeans stretti e quello dietro che mi suona...guarda credo preferirei un dito in un occhio che sentire la tua voce che mi dice... ciao che fai?
    BG

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    1. 50 gettoni per un fidanzato?
      cavoli..... io non darei nemmeno una cammellessa sgualcita....
      GD

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  6. urca!!! 20.006 mi sono persa il 20.000 per parlare con Meis su fb ;)
    R.L.

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  7. io il telefono a gettone si che me lo ricordo, ma anche il telefono fisso in camera che se c'era qualcuni non potevi neppure parlare in santa pace!!!

    l.l.g.

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  8. Io ricordo molto bene:
    1) Il lucchetto sulla ghiera del telefono messo da mia madre per arginare le bollette da circa 180 mila lire a bimestre ( na cifraaa all'epoca)

    e dopo essersi fatta furba ( avevamo imparato a scardinarlo..)

    2) Il successivo contascatti: io e mia sorella dovevamo scrivere su un foglio excell il numero di scatti che effettuavamo a telefonata e contribuire alla bolletta..

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  9. E del DUPLEX cosa mi dite??

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  10. io ho vissuto l'era delle schede telefoniche di vario taglio e i fanatici collezionisti che aspettavano davanti alle cabine che tu finissi di telefonare per minacciarti di dargli la scheda!
    che tempi!

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