venerdì 27 gennaio 2012

Sez. 8 marzo - Tema: Lara

Svolgimento 

Il gorgoglio della caffettiera quasi rimbomba nella cucina spoglia e Lara socchiude la porta della cameretta per non svegliare le sue tre figlie. Si prepara per andare al lavoro:  fuori è buio, ci saranno meno due meno tre e nebbia e neve avviluppano tutto, - sono già le cinque - pensa.  Si infila il piumino che lui ha comprato nei saldi all’oviesse – che poi non dici che io a te non ti penso – e passa ancora un momento a dare un bacio alle sue tre figlie. La maggiore è adolescente,  la piccola ha quattro anni.  Me la vedo, chinarsi su di loro ed infilarsi in quel morbido anfratto tra il collo e la spalla inspirando a fondo per sentire il loro buon odore, quasi a volerselo portare dentro per l’intera giornata. Le labbra indulgono un momento in più, un piccolo istante di abbandono su quelle guance cicciotte e arrossate, una carezza tra i capelli arruffati e sudati , una sistematina  alle coperte.
Scende ad aspettare la corriera Lara, cercando di affondare all’interno del collo di pelliccia ecologica ed ispida ed osservando le nuvole di fiato uscire dalla sua bocca – guidare la macchina è pericoloso – era il mantra che si era sentita ripetere ormai da anni e infine aveva finito per convincersi.  Così come si era convinta a non vedere più  le sue vecchie compagne di scuola, la Sabrina e la Michela… perché lui non vuole,  perché lui scatta per un nonnulla  - Ma ti sei scemunita ? Da sole in giro chissà che vi può succedere… che non lo sai che ieri i colleghi della pantera del turno serale hanno trovato una romena  che è stata violentata e derubata  fuori dalla birreria di Montebruno… che è arrivata in questura che era in uno stato pietoso, quella fine vuoi fare ? -   Per andare a trovare sua madre,  vedova da qualche anno, nel paesino  pochi chilometri distante  invece aveva inventato una scusa – perché tua madre pensa solo ai cavoli suoi e di noi se ne frega e guai se ti becco ancora che vai a trovarla, che quella è buona solo a metterti  idee strane in testa –  aveva sentenziato lui qualche settimana prima.


Le colleghe ridono sguaiate mentre si cambiano nello spogliatoio del seminterrato tra gli armadietti di ferro grigio; si fanno le confidenze,  sanno già di fumo  di prima mattina ma sono truccatissime e curate: i capelli virano dal rosso tiziano al biondo platino, tagli asimmetrici, ciocche bicolore, le unghie decorate col gel brillantinato, gli stivali coi tacchi alti.
Controlla il suo carretto Lara, un sacco per l’immondizia con le ruote, il secchio, il mocio e gli spray appesi in fila che sbatacchiano uno contro l’altro. Sembra che danzi quando spinge quello scopone lungo cattura-polvere sul marmo del corridoio del tribunale.  Ora tocca ai bagni… entrando prova a non guardarsi nello specchio ma non ce la fa…una sbirciatina solo per controllare che il fondotinta non sia colato via dal livido che ha sotto lo zigomo. 
Era intervenuta la sera prima per difendere  Chiara,  la mezzana, che aveva preso cinque di scienze. Si era messa in mezzo alla furia di lui e alle grida di lei, niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Aveva cercato di morderlo,  ma lui la teneva per i capelli per poterle assestare quel ceffone in piena faccia che l'aveva quasi stordita ma non sentiva dolore… la rabbia intorpidiva e ovattava ogni altra sensazione,  non sentiva più nulla del suo corpo:  anzi per un momento le sembrava di assistere alla scena dall’esterno… di non essere veramente lei.  Odia suo marito con tutta se stessa, ma vive nella paura, e come lei le sue figlie, che saltano sulla sedia ogni volta che sentono arrivare l’ascensore al piano ed infilare la chiave nella toppa con quell’irruenza tipica sua.
I vicini sanno, i parenti sanno,  ma la pistola d’ordinanza che lui appende in camera ogni volta che rincasa sigilla le bocche di tutti, tranne quella di Annalisa… la figlia maggiore,  che gliel’ha gridato in faccia l’altra sera tremando tutta:  - se tocchi ancora una volta mia madre o mia sorella ti ammazzo. Ti odio vorrei tanto che tu morissi - gli aveva gridato tra le lacrime.
Così vive Lara a 35 anni:  in apnea… nell’attesa che le sue tre figlie crescano e diventino indipendenti.  Solo quando lui è di pattuglia riesce a non pensare un per un po’,  postando foto di passerotti  e frasi  romantiche scritte da altri in un libro di facce felici, sotto falso nome.  La mia mimosa è per lei.
BG

12 commenti:

  1. Mi hai fatto venire i brividi

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  2. Lo posso scrivere che questo post è con le contropalle?
    sì, lo scrivo, è con le contropalle!
    GD

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  3. e magari questo è uno di quelli che si fa forte nel combattere il crimine, nel pestare manifestanti, nel sostenere che gli stranieri son tutti spacciatori e violentatori....quando è risaputo che la stragrande maggioranza dei crimini contro le donne è commesso in famiglia!
    Bel post...assolutamente perfetto per la sez. 8 marzo, ormai ricca, ricchissima....
    meis

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  4. La liberazione per loro avverrà davvero quando questo uomo morirà. Brividi...
    AG

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  5. Capisco perfettamente.
    R.L.

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  6. Grazie a tutti per i vostri commenti sono incredula scrivere qui è davvero emozionante...purtoppo non sono ancora a capace a scrivere solo di fantasia...
    Grazie compagnetti comincio a volervi bene, posso dirlo?
    BG

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    1. spero che tu non scriva mai basandoti sulla fantasia, zavorrarsi alla realtà è fondamentale, rifugiarsi nella fantasia è una fuga che - di fronte ai mali della società - non possiamo permetterci.
      allontanarsi apparentemente dalla realtà va bene, entrare in delle metafore pure.. a patto di rientrarne e rappresentare il moondo così come è.
      W BG
      gd

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  7. Coppole storte per tutti!!

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  8. Sta coppppolazzzzaaaaa ! Posso esultare? Wowowow !!
    BG

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